Lo sfagno vivo è utilissimo per piante che in natura vivono in torbiere, quindi spesso riccamente popolate di sfagno.
Sicuramente Drosere temperate come la rotundifolia ne trarrano vantaggio (evitalo per l'intermedia invece, cresce meglio senza), ed anche la Darlingtonia lo ama ben vegetante.
Per il cephalotus il discorso è diverso: mentre da piccolo lo adora, una volta cresciuto preferisce un ambiente pi๠secco sotto ad i suoi ascidi: la cosa migliore è quindi, una volta travasato in un vaso grande ed alto, lasciare che lo sfagno vegetante secchi (è inevitabile tenendo il cepha al sole e con poca acqua), in modo da creare un "crostone" secco ed isolante tra ascidi e torba umida.
Evita lo sfagno sicuramente in Dionee e Sarracenie: crescendo tende a soffocare le prime (che saranno costrette a fare foglie allungate verso l'alto, esattamente come se fossero "affossate" nella torba) e a coprire i punti di crescita delle seconde.
Questo caso delle Sarre può sembrare una sciocchezza, ma ai fini estetici ha il suo perchè: un ascidio in formazione seppellito sotto a 5 cm di sfagno, crescerà verde ed eziolato fino a quando riuscirà a spuntare fuori: il danno estetico sarà evidente per le sarracenie rosse tipo rubricorpora e atropurpurea, che cominceranno a colorarsi in ritardo rispetto ad una pianta col sole a picco sul rizoma.
Per le Nepenthes è un discorso a parte e dipende dai coltivatori e dalle specie in esame: c'è chi lo usa e chi preferisce non usarlo, tenendo quindi il colletto della pianta pi๠a secco.
spero di esserti stato di aiuto
Gianluigi