Cancro del rizoma

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Il cancro del rizoma (chiamato cosi per il suo modo subdolo di agire) è di sicuro la peggior malattia che possa colpire le Sarracenia, questo perchè spesso nel momento in cui manifesta i sui sintomi, lo stato di avanzamento è tale da rendere spesso impossibile ogni intervento risolutivo.

E' fondamentale quindi saperne riconoscere subito questa malattia ed intervenire tempestivamente. Nella fase iniziale la malattia intacca senza apparenti sintomi visivi la parte centrale (il midollo) del rizoma.

In breve tempo si estende verso le parti periferiche del rizoma fino ad intaccare lo xilema, una sorta di "vasi sanguigni" adibiti alla conduzione dell’acqua verso la parte aerea della pianta. A questo puntosi manifestano i chiari sintomi di sofferenza della pianta: gli ascidi, senza più apporto idrico, si disidratano ed afflosciano in brevissimo tempo.

I primi segni di avvizzimento
la situazione peggiora rapidamente, spesso nel giro di uno o 2 giorni, a volte anche meno

Il rizoma a questo punto è quasi completamente distrutto dal cancro del rizoma. Ad occhio inesperto, il rizoma appare sano (almeno esternamente), mentre l'apparato radicale è completamente intantto (difatti un modo per distinguere il cancro del rizoma dal phytium è quello di guardare l'apparato radicale: se è marcio, la disidratazione è da attribuire al phytium, se invece è sano, possiamo avere seri sospetti che si tratti di cancro del rizoma).

Basterà però aprire il rizoma e guardarne l'interno per scoprire l'amara verità: tutto è distrutto, marcio e molliccio.

Ecco come si presenta l'interno del rizoma colpito da tale malattia, notare l'apparato radicale sano
Ecco come si presenta l'interno del rizoma colpito da tale malattia, notare l'apparato radicale sano

Nel caso siano presenti ancora parti vive, si può tentare di salvare la pianta la guida qui sotto:



Tratto dall'articolo online "Cancro del rizoma, io lo curo cosi!" del 2008 di Gianluigi "Er Biconzo" Piegari.


Stufo ormai di perdere ogni anno alcune sarracenie x il tanto temuto cancro del rizoma ed altri marciumi (es phytium), ho messo a punto la seguente tecnica x curare le piante ammalate.

Le analogie con l'oncologia medica sono molteplici:

il nostro bisturi è 1 taglierino ben affilato, la nostra chemioterapia sono i seguenti fungicidi:

Procimidone Dodina+bitertanolo previcur

Addirittura c'è anche la nostra "radioterapia" rustica: 1 bella sfiammata d'accendino


Come prima cosa, 1 volta individuata la pianta malata, si procede all'operazione di asportazione chirurgica della parte malata (ove possibile). Questa operazione aumenta enormenente la percentuale di guarigione in tempi brevi.

1 volta effettuata tale operazione, quando mi va, prendo 1 accendino e do 1 bella "sbruciacchiata" alla parte di rizoma esposta dall'operazione (in questo modo si ammazzano eventuali cellule malate presenti nella zona, la pianta non accusa minimamente, testato diverse volte). Questa operazione l'ho effettuata nel 50% dei casi, ma non ho notato cambiamenti degni di nota rispetto alle piante non "bruciacchiate"

poi si prepara 1 bicchiere pieno di acqua nel quale si scioglie 1 goccio di procimidone (io ho la forma liquida datami da Altair, ho sempre fatto ad occhio) e si mescola x bene:

Il procimidone si usa x le marcescenze delle barbiabetole e delle tuberose in generale, ed il trattamento avviene proprio x immersione nel concentrato (che è il più rapido, molto più della nebulizzazione su rizoma o foglia)


Si lascia il tutto in ammollo per circa 15 minuti, poi si estrae e si lascia sgocciolare.

quando la pianta è "asciutta", si passa 1 bella passata di dodina+bitertanolo (io uso il proclaim combi) su punto di crescita, rizoma (molto bene sulla ferita, che a questo punto si sarà già brunita) e radici, e si lascia di nuovo sgocciolare. La dodina ha la particolarità di essere translaminare, ovvero penetra la cuticola ma resta in sede di nebulizzazione: in questo modo è il candidato ideale da mettere sulla potenziale porta di ingresso del patogeno, ovvero la ferita da divisione. Quando asciutta, si da 1 bella passata di previcur (che è sistemico,ed ottimo contro il phytium) su punto di crescita, rizoma e radici. Poi si invasa il tutto. 1 volta invasato a dovere, do 1 bella nebulizzata al substrato intorno al rizoma.

In questo modo risco a salvare circa il 70-75% delle sarracenie che si ammalano ogni anno.


Contrariamente a quanto si pensava, possono ammalarsi anche piante mai divise (quindi la teoria della penetrazione del patogeno al momento della divisione è confutabile), come ho sperimentato a mie spese.


Ormai sono solito dare 1 trattamento preventivo di dodina+bitertanolo e previcur (quindi saltando il procimidone, che è troppo aggressivo x essere usato come preventivo) su tutte le sarracenie che mi appresto a rinvasare dopo averle diviso, oppure appena mi arrivano x posta, e devo dire che i risultati sono stati molto incoraggianti, le piante trattate preventivamente hanno avuto 1 percentuale di malattia molto vicina allo 0%.




Autore: Er Biconzo

Fonte IMG: David "astaroth" Piperno