Sarracenia oreophila
IndiceIntroduzioneSarracenia oreophila è una pianta carnivora appartenente al genere Sarracenia. Il nome della specie, contrariamente a quanto accade con le altre specie di Sarracenia, non è una descrizione di un qualche attributo della pianta (S. flava perchè ha fiori gialli, S. leucophylla perchè ha foglie bianche, e così via), ma è dato dalle zone di origine della pianta: in natura ritroviamo S. oreophila prevalentemente in zone montuose o collinari, da cui il nome, derivato dal greco antico, "òros" (= montagna) e "phìlos" (= amico), quindi "amica della montagna". Nomi comuni più diffusiGli anglofoni sono soliti chiamare questa specie "Green pitcher plant" Habitat e Distribuzione geograficaLa S. oreophila è originaria delle zone collinari-montane di Georgia,Alabama e Nord Carolina. Elenchiamo gli aspetti caratteristici di cui poi si deve tener conto nella coltivazione: vasta torbiera, accompagnata da elevato tasso di umidità (le depressioni del terreno) ma non eccessivo sia per l’altitudine (zone collinari/montane) sia per la sabbia di quarzo (agente drenante), inoltre presenza di sfagno vivo e materiale organico (cortecce d’alberi e quant’altro). Il climaIl clima è temperato, molto simile al nostro, ma completamente inverso per quanto riguarda le precipitazioni: infatti la stagione estiva è caratterizzata da frequenti precipitazioni,che tendono a diminuire invece nella stagione invernale. Le temperature raggiungono massime estive sui 30°-35° gradi e le minime invernali si aggirano intorno allo 0°. Le S. oreophila però, vivendo ad altitudini elevate, cioè in zone per lo più montuose, sono abituate a temperature più basse: punte di massima non oltre i 30° e minime anche fino a -10°. Descrizione della pianta
L’ascidio si presenta solitamente verde, tendente al giallo e al rossastro sulla parte più alta (compreso l’opercolo) in base anche alla quantità di sole che riceve. La caratteristica della S. oreophila è quella di presentare sulla superficie lunghe venature rosso scuro - marrone, di colore più o meno intenso in conseguenza all’esposizione solare oppure alle caratteristiche genotipiche del determinato clone.
Ciclo vitaleLa S. oreophila è una pianta perenne. Tuttavia il mutamento delle stagioni interviene sullo sviluppo della pianta. Osserviamone a grandi linee i comportamenti durante l’anno.
La primavera è la stagione del risveglio, durante la quale la pianta inizia a produrre nuovi ascidi (usando le riserve energetiche accumulate nel rizoma durante l’inverno). Tuttavia la S.oreophila anticipa i tempi della ripresa vegetativa rispetto alle altre specie, in quanto è maggiormente sensibile all’innalzamento delle temperature, vivendo in natura in zone montuose con temperature più basse. Per cui è possibile percepire i sintomi di un risveglio già nel mese di Febbraio (in linea di massima sul finire dell’inverno). Inoltre inizia la crescita dello stelo floreale che richiede molta energia, e nel caso si lasci proseguire la fioritura, la pianta tende a rallentare la crescita degli ascidi e/o a produrre phyllodia. In coltivazione, soprattutto nel centro-sud italia, il periodo migliore per godersi la S. oreophila, date le temperature non eccessive, è quello a cavallo tra la Maggio e Giugno, dove la S. oreophila produce i suoi ascidi migliori.
In natura, sul finire della primavera, i fiori impollinati iniziano a maturare l’ovario (che di conseguenza ingrossa) e la pianta inizia la produzione degli ascidi più belli e grossi durante tutta la stagione estiva, purchè chiaramente siano garantiti adeguata luce e umidità. In coltivazione invece, durante questo periodo, soprattutto in zone non di montagna,le temperature superano spesso i 35°- 38° gradi, inducendo la pianta ad arrestare la produzione di ascidi (che anzi cominciano a seccare) e ad entrare in una sorta di riposo estivo; in questi casi la pianta risolve il problema del nutrimento producendo phyllodia ed attuando una massiccia fotosintesi clorofilliana.
In natura come in coltivazione, in questo periodo, si nota spesso una risveglio dal riposo estivo, con qualche bell'ascidio che spesso si leva tra il cespuglio di phyllodia I semi, ormai maturi, cadono a terra (inizia il periodo della stratificazione naturale). Il progressivo abbassamento delle temperature (che avviene anticipatamente a causa dell’altitudine) induce una preparazione al riposo e in conseguenza il rallentamento della produzione di ascidi.
Durante l’inverno la S. oreophila entra in fase di riposo. Le basse temperature oscillano in natura tra i 5° e i -10° gradi, garantendole la fase di dormienza di cui ha bisogno. Si stima che tre mesi di riposo siano assolutamente necessari perché la pianta si riprenda del tutto e raccolga le forze necessarie per affrontare al meglio la stagione primaverile. La fase di riposo si riconosce per l’interruzione della produzione di ascidi, sostituiti dai phyllodia (la cui produzione costa meno energie alla pianta rispetto all’ascidio), che svolgendo la fotosintesi clorofilliana suppliscono alla carenza di insetti (come è proprio di questa stagione). Pure l’umidità è minore per la diminuzione di precipitazioni (in natura), e l’eccesso o il ristagno d’acqua possono anzi essere nocivi. ColtivazioneSi coltiva come le altre piante del genere sarracenia, essendo però una pianta di montagna non gradisce le alte temperature estive, quindi nel periodo più caldo va in riposo estivo arrestando la produzione di ascidi e producendo molti phyllodia (foglie atte alla fotosintesi clorofilliana). Malattie e parassitiCome tutte le Sarracenie, anche la S. oreophila è soggetta ad attacchi da parte di funghi quali: E di parassiti quali: VariabilitàLa S. oreophila non presenta varietà o sottospecie ben definite, ma manifesta lo stesso una discreta variabilità: Si possono osservare esemplari completamente verdi, altri lievemente venati ed altri invece pesantemente venati.
SimilitudiniMolto spesso capita che coltivatori inseperti possano confondere S. oreophila con S. flava, ma un rapido confronto tra le due specie ci potrà subito far saltare all'occhio le differenze: ascidio più basso e tozzo, con opercolo dalla "gola" più larga per la oreophila, ascidio più slanciato ed opercolo dalla gola più stretta per s. flava. Inoltre,l'eventuale presenza di phyllodia ed un rapido confronto ci darà la conferma anche nel caso di dubbi Voci correlate
Autori: Gianluigi "Er Biconzo" Piegari, Anatol "Drosero89" Bruschi, Sonia "Sonia-80-pi" Ibelli fonte img: cpphotofinder/ Kamil Pasek http://www.bestcarnivorousplants.com |