Piante carnivore

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Versione del 17 ott 2010 alle 17:19 di Monantonio (discussione | contributi) (Trappola e scatto)

Le piante carnivore sono delle piante che riescono a catturare gli insetti e piccoli animali con particolari trappole , per trarne nutrimento , dato che queste piante si sono dovute adattare alla vita in terreni , tipo torbiere e paludi , che hanno un suolo parecchio acido e privo di qualsivoglia sostanza nutritiva ,adatta alla crescita delle piante, quali l'azoto il fosforo o il potassio ,che viene sostituito dalle piante carnivore appunto catturando gli insetti.

Caratteristiche generali

Le piante carnivore con l'andare del tempo adattandosi hai terreni poveri di sostanze, hanno in parte ridotto l'apparato radicale ,per favorire la crescita delle foglie trappola e quindi favorire il ricavare delle proteine date dagli insetti catturati . Per la digestione degli insetti adoperano degli enzimi e in qualche caso vi sono dei batteri che aiutano la "digestione" delle prede. La stragrande maggioranza di queste piante ,sono delle piante perenni anche se ne esiste qualcuna annuale. La loro riproduzione avviene per lo più tramite seme, anche se alcuni generi, hanno la possibilità di potersi riprodurre con degli stoloni, tuberi, divisioni di rizomi e direttamente da radice esposte che si trasformano in vere e proprie piante. Unica pecca di queste piante è che sono molto sensibili ai cambiamenti e poco competitive, se dovesse succedere un cambiamento repentino nel loro habitat, sparirebbero rapidamente e subentrerebbero piante molto più abili nella fotosintesi in ambienti cosiddetti "normali".

Drosera paradoxa
Heliamphora
Nepenthes hookeriana

Tipi di trappole

Le piante carnivore hanno sviluppato diversi tipi di trappole per riuscire a prendere le loro prede:

  • Trappole ad ascidio: gli insetti vengono catturati da una foglia a forma di brocca dove vengono digeriti da enzimi e batteri che vivono in simbiosi con la pianta;
  • Trappole a colla: sulla foglia si crea una distesa di goccioline che oltre ad attrarre gli insetti, incolla letteralmente l'insetto alla pianta;
  • Trappole a scatto: la pianta con un rapido movimento blocca l'insetto al suo interno;
  • Trappola ad aspirazione: le prede vengono risucchiate letteralmente da delle vescichette che al loro interno sono vuote e in depressione;
  • Trappole a nassa: hanno dei peli che costringono la preda una volta entrata ad andare nella direzione dove poi viene digerita.


Ogni tipo di trappola si è specializzata nel catturare insetti di diverso tipo.

Trappole ad ascidio

Le sarracenie hanno quasi tutte delle trappole a forma di cono con opercolo a protezione dell'ascidio per evitare accumuli eccessivi di acqua, fà eccezione la sarracenia purpurea , che ha l'ascidio completamente aperto per favorire il suo riempimento di acqua , dato che gli enzimi e i batteri che vivono nell'ascidio riescono a digerire la preda solo in presenza di acqua . Attraggono le prede mediante stimoli visivi , colori cangianti e appariscenti, olfattive , mediante la produzione di nettare , le prede catturate , per semplice caduta, non riescono a risalire dal cono per via di presenza di cera e peli orientati verso l'interno e il basso.

Sarracenia L81 PAN
Sarracenia A20 MK
Sarracenia L23 MK


La Darlingtonia Califorica come caratteristiche generali ha un adattamento presente anche nella Sarracenia Psittacina e in modo meno evidente nella Sarracenia Minor, la trappola è molto simile ad un ascidio di sarracenia con la differenza che sulla sommità vi è rigonfiamento con un piccolo forellino posto al di sotto del rigonfiamento e con la fuoriuscita di due baffi ove si trova del nettare , gli insetti risalendo questi baffi , si trovano vicini all'apertura della trappola ,che essendo cava e areolato di macchie prive di clorofilla , quindi bianche, fanno passare la luce del sole , non appena l'insetto tenta di volare via sbatte sulle pareti interne del rigonfiamento e finiscono nel tubo digestivo che ha le stesse caratteristiche di quello delle sarracenie.

Darlingtonia Califorica
Darlingtonia Califorica
Sarracenia minor okeefenokensis giant


L' Heliamphora vivendo in posti dove c'è un altissima umidità e con costanti precipitazioni ha modificato le sue foglie , facendo divenire le sue trappole ,dei veri e propri contenitori di acqua , ove proliferano i batteri che permettono alla pianta di digerire le prede. Per evitare di perdere le sue prede e di riempirsi troppo con le piogge , la selezione naturale ha fatto si che si formasse una sorta di foro appena sotto il labbro dell'apertura dell'ascidio , favorendo la fuoriuscita dell'acqua in eccesso.

Heliamphora
Heliamphora
Heliamphora


Il Cephalotus Follicularis ha trappole ad ascidio di dimensioni max intorno a 7-8 cm , con un cappello (opercolo) che protegge il liquido digestivo prodotto dalla pianta che riempie i 2/3 del ascidio Le Nepenthes hanno delle foglie da cui ricavano energia dalla fotosintesi , ove sulla punta finale della foglia parte un viticcio atto a potersi arrampicare come le classiche piante rampicanti , sulla cui estremità si forma la vera e propria trappola a forma di ampolla con un coperchio , con dimensioni variabili a seconda della specie , al cui interno vi è il liquido enzimatico creato dalla pianta che con l'aiuto dei batteri favorisce l'assorbimento delle sostanze delle prede , molte delle Nepenthes dato che hanno trappole molto grandi , hanno la possibilità di catturare piccoli animali , quali rettili e mammiferi

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Cephalotus Follicularis
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Cephalotus Follicularis
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Cephalotus Follicularis

La Brocchinia è una carnivora assai particolare , ha una parte fogliare simile a una pianta molto conosciuta da noi l'Ananas , le sue foglie sono parecchio inclinate , cerose e compatte verso il centro così da favorire la cattura degli insetti che finiranno al centro del raggruppamento di foglie ,ove c'è dell'acqua piovana che ristagnando al suo interno crea le giuste condizioni per la crescita di batteri azoto fissatori ,batteri che sono importantissimi per la pianta dato che gli permettono di trarre le varie sostanze necessarie al suo sostentamento

Trappole a colla

La Pinguicula ha foglie ricoperte da una sottile peluria dove vi sono delle ghiandole , assai difficili da vedere ad occhio nudo ,che secernono una sostanza appiccicosa che serve a catturare gli insetti , quasi tutte pinguicule hanno la capacità si girare i lembi della foglia verso l'alto come se si stessa arrotolando , per far in modo di fare da contenitore per il liquido digestivo che è poco paragonato ad altre piante ,e per evitare che se dovesse piovere la preda smossa dalla pioggia scivoli via dalle sue foglie .

Pinguicula x Weser
File:Pingu2.jpg
Pinguicula gypsicola
Pinguicula x Tina

La Drosera ha anch'essa della peluria con delle ghiandole molto ben visibili che producono colla con lo scopo di attrarre insetti , dato che è quasi come il nettare , una volta catturata la preda i peli collosi tendono ad avvicinarsi alla preda facendo in modo di bloccarla ulteriormente e invischiandola sempre più , molte drosere hanno la capacità di piegarsi e arrotolarsi in pochi minuti per evitare che il mal capitato insetto possa scappare ,un esempio pratico si ha guardando come opera la drosera Burmanii ,che ha dei peletti più lunghi all'estremità della foglia che quando sente la preda si piegano a bloccarla in meno di un minuto per poi arricciarsi e chiudersi .

Drosera
Colla Drosera capensis
Colla Drosera capensis

Il Drosophyllum ha le foglie ricoperte da peli collosi , ma sono statici , non reagiscono alla preda catturata e quindi si definiscono trappole passive , la preda rimane invischiata e successivamente digerita per contatto . Pianta simile è la Byblis anch'essa con trappola collosa passiva . Unica pianta che si allontana dalle paludi e da aree tropicali è il Drosophyllum, dato che vive in habitat quasi desertico.

Drosophyllum
Byblis
Drosophyllum

Trappola e scatto

La Dionaea Muscipula ha sulla sommità delle sue foglie una trappola che è paragonabile ha delle vere e proprie tagliole , queste si chiudono ad una velocità impressionante per essere una pianta , circa 1/20 di secondo , la cattura avviene in questo modo , l'insetto entra dentro la trappola dove sono posti dei peletti sensoriali che se urtati per almeno 2 volte nell'arco di 30 secondi causano la chiusura della trappola , questa chiusura così repentina avviene grazie a delle cellule che si contraggono facendo fuori uscire l'acqua al loro interno e causando la chiusura della foglia trappola. Le trappole hanno la capacità di capire se hanno preso o non preso la preda grazie hai peletti al loro interno , difatti se la preda è presa perché continua a muoversi al suo interno la trappola reagisce continuando a chiudersi fino a sigillare i lobi della trappola e immettendo al suo interno gli enzimi che gli permettono di digerirla,la digestione dura all'incirca un settimana o due, al contrario se la preda non c'è nella trappola pur essendo scattata , si riapre nell'arco di una giornata . Stessa cosa vale per l' Aldrovanda che vive però in acqua , ha anch'essa trappole simili del tutto alla Dionaea (da questo si presume che entrambe abbiano avuto un lontano parente) la chiusura avviene in 1/4 , 1/2 secondo , cosa straordinaria se si pensa che all'interno della trappola ovviamente c'è dell'acqua che aumenta l'attrito della chiusura.

Dionea Long erect
Dionea Fico d'india
Dionea Akai Ryu

Trappola ad aspirazione

Le Utricularie hanno trappole che sono delle vescichette di dimensioni variabili da 1 a 4 mm circa al loro interno c'è il vuoto , hanno la capacità di pompare acqua fino a far svuotare completamente la trappola , questo perché ha 2 peletti attivatori che se urtati dai piccoli invertebrati d'acqua ,provocano l'apertura della trappola con conseguente rilascio del vuoto e aspirazione di quello che la circonda , una volta riempita , si richiude bloccando la preda al suo interno e la pianta mette in funzione gli enzimi digestivi .

Trappole a nassa

Questo tipo di trappola e tipica della Genlisea , ed è specializzata nella cattura di protozoi acquatici , ha una o più foglie sotterrane che hanno forma a Y capovolta che ne favoriscono l'entrata ma non l'uscita , grazie a dei peletti rivolti con la punta verso l'apparato addetto alla digestione ove i protozoi non potendo tornare in dietro sono destinati a giungere.

Piante proto carnivore

Si definisce , una pianta in grado di attrarre , uccidere e digerire una preda per poi adoperare le sostanze assorbite dalla digestione .

Le piante più conosciute come proto carnivore sono la Roridula e la Catopsis Berteroniana.

La Roridula produce sulle sue foglie una vera e propria resina , molto simile a quella che si può trovare nei pini , non ha capacità digestive e vive in simbiosi con un insetto Pameridea marlothii che vive esclusivamente sulla Roridula Dentata o Pameridea roridulae che vive indifferentemente su Roridula Dentata e Roridula Gorgonias , questi si ciba degli insetti catturati dalla pianta e apporta sostanza nutritiva alla pianta dai suoi escrementi.

La Catopsis Berteroniana ha lo stesso metodo di cattura della Brocchinia Reducta , infatti finisco insetti nella sua urna , ma non vengono digeriti e assimilati.

Altra pianta Proto carnivora è la Ibicella Lutea che ha qualsiasi parte aerea ricoperta di una peluria appiccicosa e vischiosa che cattura moltissimi insetti , ma non produce alcun enzima atto alla digestione di un insetto.

Evoluzione

Ricostruire con certezza l'evoluzione di queste piante è davvero cosa ardua , dato ci sono solo pochissimi reperti fossili ritrovati. Le tracce che sono arrivate fino a noi sono solo pollini o semi , dato che sono piante erbacee non hanno parti da fossilizzare come invece accade agli alberi dato che hanno un tronco, ad ogni modo le varie trappole non sarebbero potute arrivare fino a noi.

Si possono però ricavare dalle sembianze delle trappole di oggi , da cosa derivino le forme che hanno preso, per esempio le Dionaea e le Aldrovanda mostrano a livello molecolare una sintomatica correlazione con le Drosere e si può presumere che delle piante a colla con notevole velocità nel movimento dei peli che vi sono sulla foglia, si siano evoluti fino ad ottenere delle trappole a scatto. Guardando sia le Sarracenie e ancor più visibile nella Heliamphora , si vede chiaramente come le foglie si sia arrotolata su se stessa , e in alcune piante di questo genere a inizio ripresa vegetativa la formazione di ascidi non è completa lasciando aperta la trappola.