Osmosi inversa

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L'osmosi inversa (Reverse Osmosis in inglese) è un particolare processo nel quale si forza il passaggio delle molecole di solvente (acqua) dalla soluzione più concentrata di sali alla soluzione meno concentrata di sali. Questo è naturalmente un procedimento contro gradiente, non spontaneo come la classica osmosi, e quindi richiede compimento di lavoro che è ottenuta applicando alla soluzione più concentrata una pressione maggiore della pressione osmotica. L'osmosi inversa viene realizzata tramite l'impianto da osmosi inversa, un particolare "filtro" che contiene una membrana in poliammide (TFC) in grado di trattenere il soluto da una parte impedendone il passaggio, e di ricavare il solvente puro dall'altra. Questo fenomeno non è spontaneo e richiede il compimento di un lavoro meccanico pari a quello necessario per annullare l'effetto della pressione osmotica. Questo comporta che un impianto da osmosi inversa abbia bisogno di una buona pressione di carico (almeno 4 bar di pressione al rubinetto), perchè maggiore è la pressione, migliore è il rendimento di filtrazione. Difatti, come possiamo vedere, l'impiaqnto ha 3 tubicini dell'acqua: uno di carico (da dove entra l'acqua) e due di scarico: da un tubicino uscirà l'acqua da osmosi inversa (poverissima di sali), dall'altro uscirà una soluzione acquosa iperconcentrata di sali (che andrà scartata o usata per irrigare il giardino: usare l'acqua di scarto per le carnivore significa avvelenarle in poche settimane). Mediamente un impianto RO produce un litro di acqua "buona" ogni 2-3 litri di acqua "di scarto" prodotta, quindi mediamente un rapporto di 1:2 o 1:3; ma questo rapporto può cambiare vertiginosamente a favore dell'acqua di scarto in caso di poca presisone di carico, che riduce drasticamente il rendimento.