Heliamphora

Da Wikiplants.
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Heliamphora
Heliamphora Nutans in habitat
Nome scientifico: Heliamphora
Nome comune: Heliamphora
Famiglia: Sarraceniaceae
Distribuzione: Altopiano dei Tepui (sudamerica)
Habitat: Torbiere e suoli rocciosi
Tipo di trappola: Ascidi




Descrizione

Altopiano dei Tepui(fonte esterna)
Heliamphora Nutans x minor (Lamegrower)

Heliamphora: la parola deriva dal greco 'Helos' (che significa palude) e 'Amphoreus' (che significa anfora), quindi "anfora di palude"; altre fonti invece indicherebbero, come origine del nome, 'Helios' (che significa sole) ed 'Amphoreus' (che significa anfora), quindi "anfora del sole". Il genere Heliamphora appartiene alla famiglia delle Sarraceniacee, e comprende 18 specie diverse (anche se secondo alcuni scienziati ce ne sarebbero altre non ancora scoperte), tutte endemiche. Crescono e vivono solo sugli altopiani del Tepui, localizzati in Venezuela, Brasile e Guyana. Heliamphora è una pianta erbacea perenne dal rizoma sotterraneo, con trappola ad ascidio. Proprio la forma estremamente semplice e poco elaborata della trappola, ci fa capire quanto possa essere primitivo questo sistema di cattura, rispetto a quello delle altre piante carnivore. L'ascidio ricorda una foglia, fusa ai margini, sormontata solo una specie di cucchiaino (di solito rosso acceso), il quale presenta ghiandole atte alla secrezione di nettare, con lo scopo di attirare insetti e altri piccoli animali. La forma estremamente semplice della trappola consente l'ingresso, all'interno degli ascidi, di acqua piovana nella quale vivono numerosi batteri simbionti. Il compito di questi microrganismi è quello di digerire le prede che cadono all'interno, dando così modo alla pianta di effettuare l'assorbimento delle sostanze necessarie. La parete interna degli ascidi è ricoperta da una fitta peluria rivolta verso il basso, la quali impedisce alla vittima di fuggire. Una delle pochissime Heliamphore che non si avvale dell'aiuto di batteri per la digestione, è la H.Tatei, la quale produce da sola gli enzimi necessari.

Tassonomia

sono state classificate al momento 18 specie diverse del genere Heliamphora. Non è da escludere che presto questa lista possa crescere ulteriormente, visto che le esplorazioni sempre più pronfonde dei loro luoghi di origine potrebbe rivelarne di nuove

Heliamphora chimantensis Heliamphora ciliata Heliamphora elongata Heliamphora exappendiculata Heliamphora folliculata Heliamphora glabra Heliamphora heterodoxa Heliamphora hispida Heliamphora huberi Heliamphora ionasii Heliamphora macdonaldae Heliamphora minor Heliamphora neblinae Heliamphora nutans Heliamphora pulchella Heliamphora sarracenioides Heliamphora tatei Heliamphora uncinata


Coltivazione

Essendo una pianta sempreverde, non necessita assolutamente del riposo invernale dato che vive in zone tropicali. Il loro habitat è caratterrizzato da un alto tasso d'umidità, piogge frequenti, una intensa illuminazione e un notevole sbalzo termico tra giorno e notte; queste informazioni ci saranno molto utili per conoscere le caratteristiche di coltivazione di questa specie. Viste le condizioni in cui cresce, si potrebbe facilmente coltivare come una nepenthes highland.


Luce e temperatura

Per una Heliamphora le condizioni di luce devono essere ottimali, più luce riceve e più si sente a suo agio. Però adesso c'è una contraddizione: vuole molta luce, ma temperature non troppo alte! Ecco perchè è consigliato coltivarle in terrario, proprio perchè possiamo avere più controllo su luce, temperatura e umidità.

Se la si vuole comunque coltivare all'aperto, è consigliato coprirla durante le ore più calde dei mesi estivi, per evitare che la pianta risenta troppo del calore. Per tenerla comunque più al fresco, possiamo inoltre (come per la darlingtonia) usare vasi chiari ed usare sfagno vivo nel substrato (di questo parleremo meglio dopo). E' consigliabile cercare di non scendere mai sotto i 15 gradi: temperature troppo fredde per periodi prolungati non gioverebbero proprio alla pianta.

Invece se la si coltiva in terrario dobbiamo stare attenti a garantire la giusta quantità di luce. Io personalmente nel mio terrario uso due neon, e tengo la pianta molto vicino ad essi. Posso dire che con un neon da 18000K e uno da 4200K mi sono trovato benissimo, garantendo una crescita rigogliosa della pianta, e sopratutto ascidi belli colorati. Comunque sia più luce riceve, meglio è.

Un altro fattore importantissimo è lo sbalzo termico tra giorno e notte, che deve essere anche di 15-20 gradi. Esistono fortunatamente specie più facilmente adattabili (es. H. minor, H. heterodoxa) che ben si adattano a sbalzi termici meno marcati.


Acqua

Per quanto riguarda l'acqua, possiamo trattare questa pianta esattamente come una Nepenthes: acqua demineralizzata e substrato sempre umido; è da evitare il sottovaso (è consigliabile esclusivamente in caso si coltivi all'aperto con temperature estive molto alte).


Substrato

Il substrato per l' Heliamphora può essere un semplice 50/50 di torba e perlite, ma possiamo sperimentare anche altri substrati (come per le nepenthes), magari un 50/50 di torba e bark, visto che questa pianta preferisce substrati molto leggeri. Io personalmente mi trovo benissimo con un substrato fatto completamente di sfagno sminuzzato.


Cosa fare d'inverno?

Per chi la coltiva in terrario tutto l'anno, d'inverno non avrà problemi visto che le condizioni non cambiano. Durante l'inverno, io consiglio a tutti di tenerla comunque in un terrario. Se invece non abbiamo la possibilità di farlo, allora possiamo sempre fare come con le nepenthes: metterle davanti ad una finestra rivolta verso sud (magari anche con uno o due neon sopra), ridurre un pochino l'acqua e magari nebulizzare la pianta ogni tanto. Stare attenti alle muffe che durante l'inverno si propagano facilmente anche in casa.


Riproduzione

Dopo una certa età l' Heliamphora è capace di fiorire. La riproduzione da seme è comunque molto difficoltosa, ed è quindi consigliabile riprodurla tramite l'unico metodo efficace (purtroppo in questa pianta la talea fogliare o la talea radicale non funzionano), ovvero la divisione del rizoma (come con le sarracenie). E' un'operazione che va però effettuata con molta delicatezza, vista la fragilità di questo genere di pianta carnivora.






  • Autori:Lamegrower; Roberto
  • Fonte:cpphotofinder, Lamegrower