Coltivazione Utricularie acquatiche temperate

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Utricularia vulgaris




Introduzione

Le Utricularie acquatiche temperate sono piante che vivono in zone a clima temperato (quindi molto simile a quello Italiano), vanno quindi coltivate all'esterno tutto l'anno ed in inverno vanno in riposo vegetativo formando i turioni. Vivono in negli stagni e paludi in cui l’acqua risulta ferma, pulita e quindi priva di inquinamento. A questo gruppo di piante appartengono numerose specie ma, in coltivazione, quelle più diffuse sono generalmente Utricularia vulgaris, Utricularia australis ed Utricularia gibba. Dato il grande numero di specie appartenenti a questo gruppo risulta difficile illustrare in modo univoco e generale il metodo di coltivazione da adottare. Ci limiteremo quindi a descrivere quello relativo alle specie più comuni in coltivazione che poi spesso può essere applicato a molte altre specie appartenenti a questo gruppo.


Coltivazione

Contenitore

Per coltivare con successo queste piante dobbiamo innanzitutto ricreare l’habitat naturale in cui esse vivono. Questo risulta possibile andando a costruire il cosiddetto paludario, strumento di facile realizzazione e di grande importanza per la loro coltivazione.
Il contenitore caratteristico per queste piante è quindi generalmente costituito dalla bacinella utilizzata per la realizzazione del paludario. Dato che queste piante tendono, durante la fase vegetativa, a svilupparsi notevolmente, essa dovrà essere abbastanza capiente, in modo tale che la pianta possa avere spazio a sufficienza per la sua crescita.
Un contenitore di almeno 10 litri sarà già un ottimo punto di partenza. Esistono comunque eccezioni come Utricularia gibba che, essendo di facile coltivazione, a volte viene coltivata con successo perfino nei sottovasi (opportunamente capienti) delle altre piante carnivore.

Substrato

Pur vivendo completamente in acqua, sul fondo del paludario deve essere collocato un substrato, spesso qualche centimetro, realizzato semplicemente con un mix di torba, terriccio da giardino e foglie secche di piante palustri. Possono eventualmente essere realizzati anche substrati "più complessi" aggiungendo, a piacimento, al precedente mix ghiaia di quarzo e/o sabbia silicea.

Acqua

Utilizzare acqua piovana, distillata o da osmosi inversa, e garantire sempre un buon livello idrico del paludario aggiungendo quella che, inevitabilmente, evaporerà.

Posizione e Luce

Le Utricularie acquatiche temperate devono essere coltivate all’esterno tutto l’anno. La posizione ideale è un luogo soleggiato dove ricevano luce diretta solo per poche ore al giorno e preferibilmente nella mattinata, onde evitare la formazione di alghe nell’acqua che potrebbero portare seri problemi alla crescita delle nostre piante.

Riposo vegetativo

Quando le temperature esterne incominciano a scendere le Utricularie acquatiche temperate tendono a rallentare notevolmente la loro crescita ed incominciano a formare delle piccolo sferette, chiamate turioni (che equivalgono agli ibernacoli di alcune piante carnivore, come per esempio quelle delle Drosere temperate) e che, posizionandosi generalmente sul fondo del paludario, permettono pianta di sopravvivere al rigido inverno.
Sarà poi dai turioni (l'unica parte della pianta a sopravvivere all'inverno) che, con l’arrivo della bella stagione, la pianta inizierà nuovamente a vegetare.
Durante l’inverno è preferibile lasciare i turioni all’interno del paludario invece che riporli ad esempio in frigorifero dove potrebbero marcire con più facilità. Per evitare però che qualche animale si cibi di loro, alcuni coltivatori li inseriscono dentro ad un piccolo contenitore (una provetta o similia),e dopo averlo chiuso in sommità con della garza o della zanzariera, lo pongono sul fondo del paludario: in questo modo l'acqua potrà entrare ma non animaletti o vermicelli vari.

Propagazione

La propagazione di queste piante risulta molto semplice ma varia da pianta a pianta. Esistono Utricularie che crescono galleggiando in acqua (esempio Utricularia australis) ed Utricularia che si sviluppano impiantando nel substrato stoloni che poi si propagano a ragnatela in esso e fanno nascere nuovi punti di crescita (esempio Utricularia stygia). Le prime possono essere separate e quindi moltiplicate tagliando semplicemente le varie ramificazioni che si vengono a sviluppare man mano che la pianta cresce, le seconde invece tagliando con una semplice lametta le varie piantine che spunteranno dal substrato. Durante l'inverno ogni pianta può poi produrre diversi stoloni (dipendentemente dal numero di ramificazioni), e risulta quindi facile la separazione e l'eventuale spedizione della pianta (di fatti sono proprio i turioni, molto robusti, ad esser scambiati tra i coltivatori).

Voci correlate





  • Autore: Francesco "ravaglione89" Ravagli
  • Fonte IMG: Utenti CPItalia