Ecco altre immagini:
Dionaea nata da seme, come vedete è palliduccia, dovrò capire se per la luce scarsa o per il terreno non adatto.
Sarracenia da seme:
Queste invece stanno benone, sono messe in MS 1/3. 0,8% agar, 2% saccarosio, ph 5,8 prima di autoclavare senza ormoni.
Darlingtonia (da labflytrap):
Questa è posta in MS 1/3 ecc come x sarracenia con l'aggiunta di Metatopolina 1 ml/l ( di soluzione di partenza 1 mg/l).
Idem con 2 ml/l Metatopolina:
La differente altezza trae in inganno per via delle differenti dimensioni delle piante di partenza, ho fatto prove con diverse concentrazioni di Kinetina e metatopollina ( due citochinine che stimolano divisione cellulare) per darlingtonia e ho notato che con la kinetina i fusti tendono ad ingrossarsi molto di più tendendo a formare strutture calliformi, con metatopolina invece c'è una elevata divisione cellulare che non comporta deformazioni ne di fusti ne di ascidi. ( 1 o 2 ml/l di metatopolina è consigliata).
Darli in terreno con carbone attivo e 0,5 ml/l kinetina:
Mostra una crescita normale.
Cephalotus:
Stesso terreno. Ho provato anche qui diverse concentrazioni di kinetina e Metat. ma è ancora presto per i risultati:
Per ulteriori informazioni tecniche (sterilizzazione ecc) chiedetemi pure io ometto le procedure sul topic se qualcuno non me le chiede per non appesantirlo troppo.
Per il futuro ho intenzione di provare la cosiddetta Photoautotrophic micropropagation, cioè terreno senza zuccheri in contenitori areati per ridurre la crescita dei contaminanti .
Solitamente le piante in vitro energeticamente non fanno fotosintesi, o ne fanno poca, e vivono grazie agli zuccheri del terreno che però sono un ottimo substrato per una miriade di microrganismi, con questa tecnica invece tramite filtri speciali viene permesso l'ingresso dell'aria nei contenitori, cosicchè alle piante non servono gli zuccheri perchè riescono a fissare la Co2 atmosferica e fare fotosintesi.
Spero, con questa tecnica relativamente nuova, di ottenere risultati anche con le più complesse sarracenie e dionaea che mostrano contaminazioni persistenti anche dopo diversi protocolli di sterilizzazione utilizzati.Se qualcuno è interessato a saperne di più non esiti a contattarmi.