Poliploidia
Il fenomeno della poliploidia, per il quale pi๠di due serie complete di cromosomi sono presenti nelle cellule somatiche di un organismo, è una delle pi๠diffuse caratteristiche delle piante superiori.
La poliploidia è riconosciuta come una delle maggiori fonti di evoluzione cromosomiche nelle piante superiori, può essere distinta in í¢â‚¬Å“autopoliploidiaí¢â‚¬ e í¢â‚¬Å“allopoliploidiaí¢â‚¬.
La formazione di poliploidi spontanei è un fenomeno abbastanza generalizzato in natura. I poliploidi spontanei non sempre hanno maggiori possibilità d'affermazione, in quanto uno dei loro limiti maggiori è la scarsa fertilità .
L'effetto pi๠diffuso della poliploidia sul fenotipo è un incremento delle dimensioni cellulari a cui non sempre consegue un incremento delle dimensioni della pianta stessa in quanto si può osservare una diminuzione del numero di cellule in divisione e di conseguenza del numero finale di cellule.
I fenomeni di gigantismo sono visibili in organi ad accrescimento determinato come petali, sepali, antere, frutti, semi ecc. Solitamente le foglie di una specie poliploide sono pi๠spesse, pi๠corte e pi๠larghe rispetto alle foglie diploidi del parentale.
L'allopoliploidia, cioè la poliploidizzazione di ibridi interspecifici, ha consentito la comparsa di nuove specie spontanee permettendo il ripristino della fertilità . Circa la metà delle piante coltivate sono d'origine allopoliploide.
Tipi diversi di piante rispondono in modo diverso alla poliploidia indotta che può essere ottenuta con mezzi fisici e chimici.
I metodi fisici pi๠utilizzati sono gli shock termici ai semi in germinazione, i traumi e le rotture di parti vegetative che possono determinare la comparsa di germogli avventizi poliploidi.
I mezzi chimici generalmente pi๠pratici prevedono l'uso di sostanze capaci di inibire la separazione dei cromosomi durante la mitosi.
Nel 1973 si scoprଠche la poliploidia poteva essere sperimentalmente indotta con la í¢â‚¬Å“Colchicinaí¢â‚¬ (un alcaloide policiclico molto velenoso
contenuto nei tuberi e nei semi d'alcune liliacee tra cui il í¢â‚¬Å“Colchicun autunnaleí¢â‚¬), inibisce la formazione dei microtubuli del fuso mitotico con l'arresto della mitosi allo stadio di metafase. Di conseguenza si formano nuclei con un corredo cromosomico somatico raddoppiato.
Trattando un tessuto meristematico con Colchicina si crea un accumulo di cellule poliploidi che, se riescono a superare la competizione con le normali cellule diploidi, possono dare origini a chimere o interi meristemi poliploidi. La colchicina viene applicata solitamente sui tessuti meristematici per mezzo di pomate alla lanolina (0,1-1%).
Per quanto riguarda l'ambito floricolo, si osserva che la poliploidia può influire su alcune importanti caratteristiche commerciabili come la forma del fiore e le sue dimensioni. Poichà© le piante da fiore in genere vengono propagate per via vegetativa l'eventuale sterilità non crea svantaggi, anzi è auspicabile per la durata del fiore in quanto si evita l'impollinazione con conseguenze d'appassimento precoce.
Molte sono le specie e varietà da fiore in cui la poliploidia, sorta spontaneamente o indotta, ha avuto un ruolo fondamentale nel miglioramento varietale. Si possono citare il garofano, la rosa, il gladiolo in cui l'evoluzione varietale è stata molto influenzata dalla poliploidizzazione d'incroci interspecifici.
...questo è un pezzo di un documento dell'università di Torino...secondo voi è applicabile per indurre mutazioni nella nostre talee di dionea ??