
Gli Sciaridi, insieme ai Phoridae (Diptera: Brachycera), sono tra i principali insetti dannosi alla fungicoltura. Alcune specie possono provocare attacchi tali da distruggere il 100% della produzione, come ad esempio Lycoriella auripila, Lycoriella solani, Scaptosciara vivida, Bradysia umbratica[3]. Il danno è prodotto dallo sviluppo in massa delle larve, che minano il corpo fruttifero nelle parti carnose del gambo e del cappello fino a renderlo una massa spugnosa.
Le specie fitofaghe, fatta qualche eccezione per le fillominatrici, si insediano prevalentemente nel terreno o nel substrato di crescita attaccando le radici. Spesso l'attacco degli Sciaridae alle piante coltivate è associato a quello di altri ditteri radicicoli, rendendo difficile la valutazione dell'effettiva entità del danno prodotto dalle larve di sciaridi: infatti, il regime dietetico, non strettamente fitofago ma fondamentalmente saprofago, non esclude che le larve di Sciaridae si comportino come commensali di altri fitofagi. A prescindere dal danno diretto, va comunque precisato che gli Sciaridi trasmettono funghi fitopatogeni agenti di marciumi radicali e marciumi basali, quali Pythium, Phythophtora, Botrytis, Verticillium.
Fra le piante attaccate ricorrono frequentemente le ortive e le ornamentali coltivate in ambiente protetto, sia in serra sia in appartamento, ambienti che permettono la successione continua dei cicli per tutto l'anno. Fra le colture in pieno campo attaccate dagli sciaridi sono citate in letteratura lla patata, il frumento, l'erba medica, il trifoglio. I danni sono particolarmente ingenti nelle giovani piantine, più sensibili agli attacchi alle radici e al colletto. I sintomi si manifestano con una crescita stentata, a cui segue l'appassimento e, infine, la morte della piantina se ne viene pregiudicata la nutrizione.
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