Quotando le già ottime risposte date da Raistlin e Roberto, aggiungo che:
Wistuba usa la spugna perchà© molto economica (risparmiare sul substrato gli permette di guadagnare di pià¹), ma è da evitare perchà© viene spesso perforata dalle radici, rendendo molto difficile poi l'eliminazione delle stessa senza rompere anche le radici.
Quindi per la serie "non imitatelo", quando rinvasate eliminate tutte la spugna e non adoperatela di nuovo nei vostri vasi
Per quanto riguarda lo sfagno secco reidratato mischiato al terreno,può esser usato (ma non è indispensabile) solamente per piante che prediligono un substrato umido (Es: Nepenthes, Heliamphora) e non allagato come Sarracenie, Dionee ecc., perchà© in condizioni di asfissia, tende a marcire rapidamente (e non è bello avere i vasi che dopo 3 mesi puzzano di pesce...si perchè lo sfagno reidratato marcio puzza di pesce e non di uova marce).
E' inoltre da evitare di usarlo per piante che, nonostante amino un terreno solamente umido (Es. Roridula), odiano terribilmente il ristagno idrico a livello radicale: l'eccesso di acqua trattenuto dallo sfagno potrebbe causare guai a queste piante.
Per lo sfagno vivo in superficie invece, è da evitare per piante che possono esser "soffocate" dalla crescita prorompente dello stesso: niente Sfagno quindi per le Dionee e per la maggior parte delle Drosere (giusto con alcune temperate, come la D. rotundifolia, va adoperato quasi obbligatoriamente).
E' da evitare inoltre lo sfagno con le Sarracenie perchè, crescendo a dismisura, coprirebbe il punto di crescita e quindi i primi ascidi in emergenza si ritroverebbero a crescere eziolati e senza colore: se questo non è un problema evidente con una flava var. rugelii, un ascidio di flava var. atropurpurea che comincia a colorarsi con "5cm di ritardo" può fare la differenza per la resa finale.
Unica eccezione è la S. minor, nello specifico la var. okefenokeensis, che in natura cresce sempre in paludi (la Okeefenokee swamp) col rizoma sommerso dallo sfagno: se si vuole replicare quanto accade in natura, si può fare alla stessa maniera,ovvero invasando la pianta normalmente come le altre Sarre ma poi aggiungendo dello sfagno intorno al rizoma, che crescendo costituirà un bel prato di sfagno uniforme.
A solo titolo informativo è poi da riportare che anche alcuni esemplari di altre specie di Sarracenia si possono trovare nelle medesime condizioni: la S. flava cresce quesi sempre su terreni "pi๠aridi" rispetto alle altre S., ma sempre in natura se ne osservano alcuni esemplari in torbiera e ben sommerse nello sfagno, che crescono ugualmente in maniera rigogliosa
Quindi diciamo che lo sfagno aggiunto sui vasi di Sarracenia è soltanto un "vezzo", nel senso che male non fa mai, ma in alcuni casi, se vogliamo il massimo dell'estetica, è meglio evitarlo
Spero di esserti stato di aiuto e che le mie informazioni abbiano fatto da buon corredo alle già ottime, lo ripeto, risposte di Francesco e Roberto
Gianluigi